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Autore: Laura Corallo

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DIGITAL SMART WOMEN – Lo sviluppo in digitale del lavoro delle donne

PERCORSI FORMATIVI:

Big Data & Business Analytics: dalla gestione e organizzazione dati alla creazione di report | 32 ore | Livello base | Sedi: Reggio Emilia e Ferrara

Excel per l’analisi dei dati aziendali | 32 ore | Liv. intermedio | Sedi: Reggio Emilia, Ferrara e Modena

Business Intelligence e Power BI | 32 ore | Livello avanzato | Sede: Ferrara

Lavoratrice 4.0 le competenze digitali per la collaborazione online | 16 ore | Livello base | Sedi: Reggio Emilia e Ferrara

Comunicazione digitale e web marketing | 32 ore | Livello intermedio | Sede: Modena

Grafica digitale e design | 32 ore | Livello intermedio | Sede: Modena

Coding con Python: base | 32 ore | Livello base | Sedi: Reggio Emilia e Ferrara

Coding con Python: avanzato | 32 ore | Livello avanzato | Sede: Ferrara

Cybersecurity and data protection | 32 ore | Livello avanzato | Sedi: Reggio Emilia, Ferrara e Modena

BIM – Building Information Modelling | 32 ore | Livello intermedio | Sede: Reggio Emilia

Problem solving, digital PM, agile e leadership | 32 ore | Liv. avanzato | Sedi: Reggio Emilia e Modena

PERIODO e N° PARTECIPANTI
La formazione si terrà da marzo a settembre 2023. Minimo 6 partecipanti per ogni corso.

ATTESTATO DI FREQUENZA

DESTINATARI E REQUISITI DI ACCESSO
Utenti di sesso femminile, occupate o non occupate, residenti o domiciliate in Emilia Romagna in data antecedente all’iscrizione, che abbiano assolto l’obbligo di istruzione.

Per i corsi di livello base, le partecipanti dovranno avere una buona comprensione dell’italiano.

Per i corsi di livello intermedio, le partecipanti dovranno inoltre dimostrare una competenza di base sui temi del progetto formativo e conoscenze di base in ambito informatico.

Per i corsi di livello avanzato, le partecipanti dovranno inoltre dimostrare una competenza di base sui temi del progetto formativo e conoscenze di medio livello in ambito informatico.

CRITERI DI SELEZIONE
La procedura di ammissione al percorso prevede una verifica dei requisiti formali, un colloquio motivazionale, e una prova scritta che verterà sulla verifica delle conoscenze in accesso.

CREDITI
Per eventuale rilascio di crediti formativi a fronte della partecipazione a uno o più corsi, le partecipanti interessate potranno fare richiesta direttamente all’ordine professionale di appartenenza.

SEDE
Presso le province indicate accanto a ogni corso e/o in modalità e-learning.

ISCRIZIONI
Compila la scheda di preiscrizione

Costo Gratuito

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Accademia di Moda Luciano Di Nardo: aiutare le persone a scoprire il proprio talento

Il Metodo formativo dell’Accademia di Monda Luciano di Nardo è innovativo e si ispira alla cultura finlandese che Luciano Di Nardo in persona ha appreso durante i suoi lunghi anni di formazione artistica. Formatore a 360°, oltre a far acquisire competenze tecniche ci tiene a far emergere nei suoi allievi le social skills, molto richieste in questo settore lavorativo.
L’Accademia di Moda Luciano Di Nardo aiuta i talenti ad acquisire un’inedita consapevolezza delle proprie risorse creative. Il talento è insito in ognuno di noi: è ciò che ribadisce continuamente Luciano di Nardo. Persona sensibile e artista multitasking, conduce seminari e workshop anche all’estero. È stato persino selezionato da AMI come il migliore tra gli otto più grandi Formatori Internazionali. Instancabile educatore e formatore, in questa intervista esclusiva ci rivela quanto “insegnare” sia per lui è una vera e propria “missione di vita”.

Luciano di Nardo, un passato da perito chimico, ha sviluppato la sua carriera intorno al mondo della moda, maturando una formazione artistica personale e da autodidatta. L’idea di fondare questa rinomata Accademia di Moda a Milano è nata dalla volontà di mettere a disposizione degli altri le sue capacità artistiche e le conoscenze in un settore in continua evoluzione. Ha cominciato a costruire la sua carriera lavorando nei grandi brand per apprendere la parte tecnica e poi giungere a collaborare con istituti di formazione del settore, a Milano. Qui ha creato una accademia finalizzata a diffonderee un metodo innovativo e che permette, ad oggi, di aprire le strade della professione al 99% degli iscritti all’accademia. Il metodo formativo e professionale deriva dalla cultura finlandese che, a differenza delle metodologie didattiche adottate nelle scuole italiane, si basa sulla mono-materia che permette di collegare in modo interattivo le materie creando uno spazio di incubazione unico di conoscenze, molte delle quali trasversali e ambite nel mondo della moda.
“Nel mondo della moda le figure professionali più richieste oggi sono le figure tecniche – spiega Luciano Di Nardo -. Sono selezionate circa 47.000 figure di quelli che chiamano “modellisti” (noi non li chiamiamo così!). Oggi sono richieste figure multitasking, risorse specializzate che sappiano occuparsi di stile, gestione dei costi, progettazione, controllo di qualità, persone che nell’azienda possono essere utilizzate in vari dipartimenti. Le skills per lavorare nel mondo della moda sono fondamentali. Le aziende di moda sono un insieme di laboratori artigianali. Il sistema è industriale ma il prodotto è creato da artigiani. Bisogna avere capacità di analisi, problem solving, capacità gestionali. In particolare il collegamento della nostra accademia con il mondo aziendale è importante. I nostri percorsi sono aggiornati in funzione delle esigenze delle aziende presenti nel settore moda che periodicamente vengono da noi a ricercare e selezionare il personale specializzato. E poi il talento, come lo intendo io. Il talento è l’insieme delle risorse interiori che ci appartengono sin dalla nascita. Nel momento in cui si nasce il talento viene spesso oscurato dai rapporti sbagliati e dai contesti non giusti. Noi aiutiamo a far emergere questo talento. Noi aiutiamo le persone a riscoprire se stesse. Purtroppo il mondo della formazione è popolato da numerosi squali che vogliono solo speculare e fare del business sui percorsi formativi dei giovani”. Tanti i progetti dell’Accademia. ” Stiamo ampliando la proposta formativa integrandola con l’apprendimento delle lingue straniere, non sono l’inglese ma anche il cinese. Una cultura internazionale apre numerso porte in questo settore”.

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Nuti è Ambasciatore Pasticcere dell’Eccellenza Italiana Apei

Nuovo riconoscimento per Dario Nuti, che da diversi anni ricopre la carica di Executive Pastry Chef del Rome Cavalieri, A Waldorf Astoria Hotel con la responsabilità della pasticceria del Ristorante Uliveto, del Tiepolo Terrace, del Pool Bar, del Room Service e dei grandi ricevimenti che si svolgono nel lussuoso albergo della Capitale.

Nel corso di un evento promosso da Cast Alimenti, tenutosi a Brescia, Dario Nuti è entrato ufficialmente a far parte di quel gruppo di eccellenze della pasticceria che, sotto l’egida e la direzione di Iginio Massari, si impegnano nella formazione, la diffusione e la promozione della cultura dolciaria.

Con la nomina di ambasciatore, Nuti entra nel ristretto gruppo di professionisti del mondo del dolce che rappresentano al meglio le eccellenze italiane del settore.

L’ingresso nell’associazione, avvenuto a seguito del superamento della selezione necessaria per far parte del sodalizio, rappresenta per Nuti un nuovo traguardo che lo porta a promuovere l’eccellenza del dolce in Italia e a contribuire al suo sviluppo e alla formazione di nuovi talenti. “Questo traguardo rappresenta per me un punto di partenza” ha detto Dario Nuti aggiungendo: “Il maestro Iginio Massari è un faro per noi tutti, ed essere entrato a far parte di questo prestigiosissimo gruppo di professionisti da lui guidato mi conferisce nuovi stimoli e nuova energia. La ricerca nel campo della pasticceria e il sostegno dei nuovi talenti sono da sempre al centro del mio lavoro, e grazie a questa nomina continuerò a perseguirli con rinnovato entusiasmo.” L’A.P.E.I. (Ambasciatori Pasticceri dell’Eccellenza Italiana) è l’associazione professionale che mette insieme pasticceri, cioccolatieri e gelatieri, accogliendo al suo interno solo le migliori professionalità e le eccellenze più esclusive della pasticceria e del mondo del dolce per affrontare le sfide del futuro precorrendo i gusti, le tecniche e l’estetica del nuovo orizzonte.

Fonte Ansa

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Presentate monete eccellenze italiane dedicate ad Armani

Sono dedicate alla maison Giorgio Armani – celebrata come eccellenza e icona dello stile italiano nel mondo – alcune delle nuove monete della collezione numismatica della Repubblica Italiana 2023, emessa dal Mef e coniata dalla Zecca dello Stato, presentata ieri nella Sala Ciampi del Ministero delle Economie e delle Finanze.

Tra le novità inserite nel catalogo 2023, le monete – che comprendono una moneta da 50 euro in oro e un trittico di monete da 5 euro in argento “Eccellenze Italiane – Giorgio Armani”.

Sulle monete sono riportati il logo della maison, un’immagine di palazzo Orsini, alcuni schizzi di abiti. La Collezione celebra ogni anno, attraverso l’emissione di monete dedicate, i principali eventi e le ricorrenze nazionali, i grandi nomi, le bellezze dell’arte e della letteratura e le eccellenze del Made in Italy.

Fonte Ansa

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Eccellenze del design italiano a Dakar

Due belle storie del design italiano in Senegal sono state presentate ieri all’Istituto Italiano di Cultura di Dakar in occasione dell’Italian Design Day 2023, nel corso di un evento organizzato dall’Ambasciata d’Italia alla presenza di rappresentanti istituzionali, creativi, giornalisti e imprenditori italiani e senegalesi.

Abdou Salam Gaye, direttore di M’Afrique, società senegalese del gruppo italiano Moroso, ha raccontato la sua esperienza di collaborazione con la casa madre sin dal 2007 nel settore del design dell’interno.
Attraverso M’Afrique, la maison Moroso realizza ogni anno a Dakar migliaia di pezzi di arredamento ideati in partenariato con i migliori designer italiani e internazionali, che vengono poi distribuiti a livello globale.

Romano Brussolo ha in seguito presentato la sua società Doge, che progetta soluzioni di design d’interni d’eccellenza combinando tecnologie avanzate con l’attenzione alla sostenibilità ambientale. Dal 2019 Brussolo ed il socio Alessandro Bebi portano in Senegal il meglio del Made in Italy, che raccoglie crescente apprezzamento presso la selezionata clientela di grandi imprenditori senegalesi.

“Esperienze di successo come queste rafforzano i ponti tra l’Italia e il Senegal e mettono in risalto i talenti, la creatività di artigiani e designer dei nostri due paesi, oltre ad offrire nuove opportunità d’impresa per i giovani” è stato il messaggio dell’Ambasciatore d’Italia a Dakar, Giovanni Umberto De Vito.

Sono numerosi gli architetti e creativi italiani che scelgono con successo il Senegal per sviluppare progetti imprenditoriali, contribuendo ad esportare il bello e ben fatto italiano nel mondo. Le storie di Doge e M’Afrique sono portatrici di questo concetto di qualità e di una presenza italiana sempre attenta a raccogliere le opportunità di un Paese giovane e dinamico come il Senegal, con la capitale Dakar molto aperta sull’internazionale.

Una produzione artistica a pieno titolo che preserva la sua identità mantenendosi al contempo recettiva verso nuove collaborazioni con l’expertise locale. Innovazione, sostenibilità e inclusione sociale sono del resto alla base della candidatura di Roma all’Esposizione Universale 2030, il cui video di presentazione ha aperto la serata.

Fonte Ansa

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Responsabilità sociale e Sostenibilità: gli Atenei spingono e le Academy aziendali si espandono. Cresce la necessità di competenze trasversali

Le competenze trasversali nelle aree responsabilità sociale e sostenibilità saranno indispensabili nel mondo del lavoro, per lo sviluppo sostenibile delle imprese e del Paese. È questo il messaggio emerso in occasione della XX edizione del Premio Socialis,il più longevo riconoscimento per le migliori tesi di laurea italiane su CSR e sviluppo sostenibile, svoltasi all’Ara Pacis di Roma con la partecipazione di Saipem, MSD Italia e Sogei e con il patrocinio tra gli altri del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Roma Capitale, Confcommercio, Sustainability Makers, ASVIS, Rai per il Sociale, Anima impresa, Assifero e Anima per il Sociale.

Le indagini presentate dall’Osservatorio Socialis, hanno evidenziato una crescita di corsi universitari a tema sustainability distribuiti in sempre più numerosi dipartimenti (oltre 800 in 70 atenei italiani) e fotografato 120 Academy aziendali come ancora orientate alla formazione prettamente tecnica, ma attente a costruire uno scenario dove le competenze trasversali sulle tematiche ESG saranno sempre più richieste. Il tutto all’interno di un altro dato che ha fissato a 2 miliardi e 160 milioni di euro gli investimenti delle aziende negli ambiti economico, sociale e ambientale segnando un +20% rispetto al 2020, nonostante la crisi pandemica (10° Rapporto CSR dell’Osservatorio Socialis).

Dal Talk intitolato “La sostenibilità in pratica: visioni, modelli e strumenti” cui hanno partecipato tra gli altri Nicola De Michelis, Unione Europea, Unità Crescita intelligente e Sostenibile, Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratore Delegato MSD Italia, Anna Scafuri, Responsabile Funzione Responsabilità Sociale Corporate SOGEI, Loretana Cortis, Communication and Sustainability Director SAIPEM, Simone Vellucci, DG unità di Missione PNRR, Ministero Imprese e Made in Italy, M. Benedetta Francesconi, Direttore Generale Ministero Ambiente e Sicurezza Energetica, Marcella Mallen, Presidente ASVIS, le conferme di un nuovo cambio di passo necessario per incentivare le sinergie tra università, imprese, istituzioni e non profit, soprattutto in vista dell’arrivo di nuove direttive europee che estenderanno l’obbligo di rendicontare informazioni non finanziarie anche a numerose PMI.

“Per continuare a crescere oggi è indispensabile promuovere competenze integrate – ha detto Roberto Orsi, Direttore dell’Osservatorio Socialis -. Aziende, istituzioni, università e sociale sono d’accordo:bisogna imparare a lavorare ispirandosi nella responsabilità sociale ai criteri ESG, condividere una nuova cultura più inclusiva, attenta all’ambiente e alle diversità, ingaggiare il personale, ascoltare gli stakeholder e soprattutto pianificare e misurare gli impatti ottenuti”.

Alla XX edizione del Premio Socialis hanno partecipato lavori provenienti per il 38% dal Centro Italia, per il 41% dal Nord, per il 21% dal Sud e Isole. Economia è la facoltà più rappresentata (36% delle tesi candidate), ma seguono a poca distanza Ingegneria, Architettura e STEM (28%), Scienze politiche e Discipline Umanistiche (22%), Giurisprudenza (7%)e Altre Discipline (7%).

L’INDAGINE SUGLI ATENEI

Secondo l’indagine “Atenei, CSR e Sostenibilità” presentata dall’Osservatorio Socialis, Università pubbliche e private hanno compreso a pieno che la formazione in tutti gli ambiti della sostenibilità delle nuove generazioni sarà imprescindibile e sempre più richiesta dal mondo del lavoro.

L’indagine cataloga oltre 800 insegnamenti e corsi presenti nei programmi di circa 70 Atenei italiani. Di questi 424 corsi/insegnamenti vengono erogati negli atenei del Nord, 178 al Centro, 211 al Sud e Isole.

LE MACRO-AREE DISCIPLINARI

L’indagine dell’Osservatorio Socialis suddivide gli insegnamenti in 4 macro-aree disciplinari, dalle quali è emersa un’incidenza significativa dell’area ingegneristico-scientifico-ambientale (50%), seguita dall’area economica (36%). Minore è l’incidenza nel campione delle Facoltà e dei Dipartimenti riconducibili all’area socio-politica (10%) e umanistica (4%), anche se oggi maggiormente attenzionata a seguito del periodo di crisi pandemica.

LE AREE TEMATICHE

11 aree tematiche sono state definite dall’Osservatorio Socialis per suddividere e catalogare l’offerta formativa degli insegnamenti. Dall’indagine è emerso che: il 24% degli insegnamenti mappati attiene all’ecologia e alla gestione sostenibile di processi e produzioni, il 19% alla sostenibilità, il 16% ad economia e ambiente e alla green economy, l’8% alle politiche sociali e welfare, il 7% alla CSR, il 7% all’edilizia sostenibile, il 5% alle biologie sostenibili, il 4% alla rendicontazione sociale, il 3% all’innovazione sociale, il 2% al diversity management e l’1% alla finanza etica.

LE ACADEMY AZIENDALI

Se è vero che sul territorio italiano sono cresciute negli anni oltre 120 Academy Aziendali – messe in campo da aziende tradizionalmente avvezze ad avere una propria scuola di formazione, generalmente grandi e/o molto grandi, principalmente attive nei settori Energia e Servizi, Materiali per Edilizia e Design, Software, Tecnologia e Robotica, Bancario e Finanziario, Moda, Agroalimentare e GDO -è anche vero che nella maggior parte di questi centri non sembra ancora farsi strada una formazione specifica e trasversale guidata dalla necessità di fornire a tutti i dipendenti gli stimoli e le competenze per rendere lo sviluppo del business e la pratica quotidiana in linea con i criteri ESG (Environmental, Social &Governance), coinvolgendo in egual misura tutte le funzioni aziendali.

Sostanzialmente attive sulle tematiche formative di Up-Skilling,le Academy svolgono un ruolo di engagement dei dipendenti negli ambiti Leadership & Management, Digital Transition& Digital Skills, Comunicazione e Marketing, Gestione delle Risorse Umane, distribuendo il monte ore a disposizione a seconda di un piano di sviluppo dell’azienda che anche grazie all’arrivo delle nuove norme europee in materia di dichiarazioni non finanziarie dovrà essere certamente aggiornato, con l’obiettivo di creare un solido anello di congiunzione con le nuove competenze richieste.

Un quadro generale che indica chiaramente un gap da colmare che attivi maggiori sinergie tra imprese, università, istituzioni e sociale per ispirarsi ad una visione allargata e condivisa, ad una nuova cultura che faccia propri i temi della responsabilità sociale e dello sviluppo sostenibile.

L’ACADEMY DELL’OSSERVATORIO SOCIALIS

Le tesi di laurea vincitrici della 20a edizione del Premio Socialis, dimostrano quanto il percorso verso la responsabilità sociale e la sostenibilità richieda uno sforzo importante e soprattutto una visione che consideri di pari importanza gli aspetti economici, sociali e ambientali delle attività imprenditoriali.

È la molla che ha spinto l’Osservatorio Socialis, forte delle convenzioni attive con le Università di Udine, Chieti e Pescara, Roma Sapienza e Tor Vergata, Milano Bicocca e Napoli Parthenope, a dar vita ad un HUB formativo ricco di risorse professionali che personalizza gli interventi solo a seguito di un checkup diversificato per funzione aziendale, integrato da un benchmark di settore e da analisi di fattibilità.

La prima opportunità è già a calendario sul portale dell’Università di Udine con il titolo di “ESG Training Program”: 80 ore di formazione teorica e pratica (lezioni in presenza e online il venerdì e il sabato) per fornire ad imprese e manager del Friuli Venezia Giulia i modelli e gli strumenti per rendere lo sviluppo del business più competitivo e sostenibile.

L’Osservatorio Socialis opera da 20 anni come media specializzato, polo culturale organizzatore di indagini, talk, eventi, corsi di perfezionamento e formazione. Raccoglie e registra best practice insieme al proprio network costituito da università, imprese, organizzazioni non-profit e istituzioni. Costruisce media overview, reportage, bilanci sociali, report di sostenibilità e benchmark.

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La formazione nel digital marketing: perché è essenziale

Con la crescente importanza delle attività di marketing online, le aziende stanno cercando sempre più professionisti capaci di sfruttare efficacemente la tecnologia per raggiungere i loro obiettivi di marketing e di vendita.E’ fondamentale che gli imprenditori sviluppino le proprie competenze e conoscenze in questo settore per rimanere al passo con le innovazioni e le opportunità offerte dal mondo digitale.

La formazione nel digital marketing fornisce le conoscenze e le competenze necessarie per pianificare, implementare e valutare campagne di marketing online di successo, sfruttando le opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Inoltre, la formazione continua in questo settore è essenziale per restare al passo con le rapide evoluzioni del mondo digitale.

L’online marketing è diventato fondamentale per chi fa l’imprenditore in un mondo sempre più digitale. La capacità di raggiungere un pubblico globale attraverso i canali di marketing online, come i social media, i motori di ricerca e le e-mail, è ora un elemento critico del successo aziendale. La pianificazione e l’implementazione di una strategia di marketing digitale ben strutturata possono aiutare le aziende a raggiungere nuovi clienti, a fidelizzare i clienti esistenti e a aumentare le vendite.

Inoltre, l’online marketing permette ai proprietari di imprese di monitorare e analizzare costantemente i dati per ottenere informazioni preziose sulle performance delle campagne e sui comportamenti dei clienti, che possono quindi essere utilizzate per continuare a migliorare e ottimizzare la loro presenza online.

Modelli di business nell’online marketing: i vantaggi delle affiliazioni
Lavorare come imprenditori sfruttando l’online marketing non si traduce necessariamente nella vendita di servizi e prodotti propri.

Negli ultimi anni, l’affiliate marketing è diventato uno dei modelli di business più popolari nel mondo dell’online marketing. Questo modello di business si basa sulla creazione di partnership tra aziende e affiliati che promuovono i prodotti o i servizi dell’azienda in cambio di una commissione sulle vendite generate.

L’affiliate marketing è attraente per molte aziende perché permette di raggiungere un pubblico più ampio e di sfruttare la rete di affiliati per aumentare le vendite. D’altra parte, gli affiliati possono guadagnare denaro promuovendo i prodotti e i servizi che ritengono più utili per il loro pubblico, senza dover investire in un’azienda o in un prodotto.

Nonostante la “semplicità” del modello di business, diventare un affermato affiliate marketer richiede molto impegno e conoscenza. Gli affiliati devono essere in grado di creare una presenza online solida, attirare il pubblico giusto e promuovere prodotti o servizi in modo efficace. Inoltre, è importante che gli affiliati comprendano il funzionamento delle piattaforme di affiliate marketing, le regole e le best practice per evitare eventuali violazioni delle politiche.

La formazione nel digital marketing, incluso l’affiliate marketing, può aiutare gli aspiranti affiliati a comprendere le dinamiche del marketing digitale e a sviluppare le competenze necessarie per diventare affiliati di successo.

Ad esempio, la formazione può insegnare come sviluppare una presenza online, come attrarre traffico qualificato, come promuovere i prodotti in modo efficace e come utilizzare le piattaforme di affiliate marketing in modo professionale.

Fare business online non è affatto semplice, soprattutto nel mondo ultra-competitivo di oggi. Per questo motivo, investire in formazione, è un imperativo per tutti, dagli imprenditori, fino agli studenti che si approcciano al mondo del web come strumento di crescita professionale.

In conclusione, i prossimi trend dell’online marketing includeranno l’aumento dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale e della Realtà Aumentata per personalizzare l’esperienza degli utenti. Inoltre, l’uso di chatbot e di assistenti virtuali per fornire supporto ai clienti continuerà a crescere.

La pubblicità basata sulla localizzazione e sulla geolocalizzazione diventerà sempre più importante per raggiungere i clienti nel momento giusto e nel luogo giusto. Infine, il content marketing e la creazione di contenuti di valore per il pubblico continueranno a essere fondamentali per costruire relazioni di lunga durata con i clienti e per fidelizzarli. Tenersi al passo con i tempi nella formazione, studiando i nuovi trend e strumenti, diventerà dunque sempre più importante.

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Calling Fans: i giovani non cercano lavoro perchè preferiscono monetizzare con la propria attività sui social

Dalla società Calling Fans, piattaforma con sede a Los Angeles che aiuta i creatori digitali di tutto il mondo a monetizzare con la loro attività social e dare un supporto personalizzato, hanno realizzato un sondaggio secondo il quale più del 81% dei giovani intervistati di età tra i 18 e i 35 anni preferisce non cercare lavoro e guadagnare con i propri profili sui social, come Instagram, Tik Tok e Telegram e meno in Facebook e preferisce coltivare relazioni con i propri familiari . Questa nuova tendenza, dicono in Calling Fans, è dovuta a un cambio di mentalità della generazione Z e millenials che per anni ha visto i social network solo come un modo di intrattenimento e ora invece con le nuove piattaforme come una soluzione per guadagnare e avere un lavoro da nomade digitale. Quello che ha del sorprendente, spiegano in Calling Fans, è la consapevolezza dei giovani di sfruttare la propria community per sponsorizzare i propri servizi come competenze di lavoro, servizi di intrattenimento e consulenza. Un vero proprio cambio che permette ai giovani di essere autonomi con la propria community costruita negli anni. Secondo gli analisti di Calling Fans le ragioni sono dovute anche a un malcontento mondiale sul piano delle offerte lavorative che non rispecchiano le ambizioni dei giovani: una retribuzione bassa, molte ore di lavoro e poche offerte da parte di imprese che decidono di lavorare in modalità smart working. Inoltre la pandemia ha accellerato la propensione a lavorare da casa e il malcontento a muoversi per andare in ufficio.

In Calling Fans hanno inoltre notato una tendenza a monetizzare con i propri profili social anche nel target superiore ai 50 anni anche se, in questo caso, la propria attività social è utilizzata come secondo lavoro e secondo guadagno senza lasciare il lavoro primario o, in caso di pensionati, per incrementare il guadagno.
Fonte Adnkronos

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Sono un ricercatore di intelligenza artificiale di Facebook: ecco cosa faccio ogni giorno

Angela Fan è una ricercatrice di intelligenza artificiale (AI) presso Facebook. Il suo ruolo professionale è incentrato sulla traduzione delle macchine. Ma cos’è davvero l’IA? Cosa fa Angela al lavoro ogni giorno?

Quando Fan è entrata al college, era interessata ad una futura carriera di medico o di infermiera. Poi, dopo un dottorato in Inria Nancy e Fair Pari sulla generazione di testo, si è specializzata in Statistica conseguendo la laurea ad Harvard. Presto si rese conto che imparare a programmare l’avrebbe aiutata a “manipolare e analizzare i dati in modo più efficiente”. Da qui gli studi di Informatica, percorso che l’ha portata a frequentare uno stage di data science fino ad ottere il ruolo di scienzata dei dati presso Facebook. Poco dopo essersi unita a Facebook, ha imparato a conoscere il team di ricerca sull’intelligenza artificiale. Entusiasta del lavoro che stavano facendo, ha fatto domanda per il trasferimento.

In Facebook, le persone sono incoraggiate a lavorare in team diversi. “Il motivo principale per cui volevo unirmi a Facebook era il processo di “boot camp”: molte persone vengono assunte per un ruolo generale e possono confrontarsi con le metodologie dei diversi team e provare vari piccoli compiti prima di decidere a quale gruppo unirsi a tempo pieno. Questo processo è abbastanza fluido. ” Dopo il trasferimento in un team di lavoro – continua – i dipendenti possono “hackerare un mese” su un altro team per vedere come lavorano e magari condividere insieme alcuni aspetti dei progetti. Questo processo massimizza davvero l’opportunità di imparare nuove informazioni, parlando con i manager del team, ma anche conoscendo altre persone, osservandoli al lavoro, comprendere la dinamica del team e le opportunità di progetto disponibili. Considera cosa vorresti imparare e se gli obiettivi del team sono in linea con le aree su cui vorresti lavorare”.

Cos’è l’intelligenza artificiale?

“L’intelligenza artificiale è il campo scientifico che insegna ai computer a pensare e prendere decisioni come gli umani. Alcuni esempi su Facebook sono la traduzione automatica della lingua, l’aggiunta di effetti interattivi alle foto, il posizionamento dei post nel feed e il blocco dei contenuti offensivi. Un mito sull’IA è l’autosufficienza, quindi può funzionare interamente da sola. Non è vero: l’intelligenza artificiale oggi è intelligente come un gatto o un cane. Questo non è per diminuire i progressi finora, ma abbiamo ancora molta strada da fare. Altra idea sbagliata è che sia pronto a sostituire i lavori umani. Ma in generale, l’IA integra le persone e il loro lavoro. Ad esempio, l’intelligenza artificiale potrebbe aiutare i medici a rilevare le cellule cancerose nelle immagini mediche più rapidamente, lasciando ai medici più tempo per aiutarti con il piano di trattamento e il recupero”.

Una tipica giornata lavorativa?

“Al mattino, partecipo spesso a un discorso di ricerca o a un “incontro di lettura”, in cui diverse persone presentano il lavoro che hanno fatto o di cui hanno letto. In seguito, rispondo alle e-mail, leggo un articolo scientifico e controllo i miei “esperimenti” – idee diverse per gli algoritmi – per vedere quanto hanno successo. Dopo il pranzo con il mio team, programmo a testa bassa e imposto altri esperimenti. Il giovedì pomeriggio lo dedico all’incontro con gli stagisti, alla supervisione dei progetti e alla partecipazione alle mie riunioni in cui discutiamo i risultati in corso e condividiamo idee su ciò che potremmo voler provare dopo. Molto tempo è dedicato al brainstorming”.

Progetti su cui stai lavorando in questo momento?

“Lavoro ampiamente sulla generazione di testo, che si concentra sul miglioramento dei modelli che scrivono il testo. Ad esempio la traduzione. In questo caso il modello leggerà una frase francese e, durante la lettura delle parole francesi, scriverà la corrispondente traduzione inglese. Altro progetto è quello di utilizzare gli algoritmi che alimentano i modelli di traduzione e applicarli a compiti creativi come scrivere racconti. L’obiettivo è quello di creare modelli che possano prendere una premessa (ad esempio, una storia su un supereroe) e scrivere un paragrafo o due su di esso. È un problema di ricerca molto interessante perché la maggior parte delle attività di generazione del testo si concentra sulle frasi, non sui paragrafi. Creare algoritmi in grado di scrivere diverse frasi che abbiano effettivamente senso insieme è impegnativo”.

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Un terzo dei dipendenti della zona Euro vuole più lavoro a distanza – Studio della BCE

Quasi un terzo dei lavoratori della zona Euro vuole lavorare da casa più frequentemente di quanto il loro datore di lavoro consenta loro di fare, e sono disposti a cambiare lavoro per poterlo fare, secondo quanto emerso da uno studio della Banca Centrale Europea.

Le aziende stanno ancora negoziando politiche sul lavoro da remoto, argomento che causa tensioni tra sindacati e datori di lavoro, anche presso la BCE. La stessa offre meno giorni di lavoro a distanza di quanto i suoi dipendenti desiderino. Secondo lo studio circa due terzi dei dipendenti vogliono lavorare da casa almeno un giorno alla settimana per alleggerire la fatica e lo stress del pendolarismo casa-lavoro, che è il fattore principale che influenza la preferenza per lavorare da remoto.

“I lavoratori sono più disposti a cambiare lavoro se la nuova azienda offre la possibilità di lavorare a distanza”, ha dimostrato uno studio della BCE. “Dalle interviste è emerso che il 30% dei lavoratori aveva preferenze di lavoro da casa che oltrepassavano le aspettative dei loro datori di lavoro”. Lo studio afferma che i dipendenti che desiderano maggiori opportunità di lavoro a distanza hanno maggiori probabilità di cercare un nuovo impiego e di cambiare effettivamente lavoro. “I lavoratori che fanno i pendolari per più di un’ora a tratta preferiscono 10 giorni di lavoro da casa al mese, ovvero quattro giorni in più rispetto ai lavoratori il cui tempo di percorrenza è inferiore a 15 minuti”, ha aggiunto la BCE.
@Reuters 2023