Nata in Albania 36 anni fa, laureata in ingegneria meccanica e con un passato tra le fila di Tesla, Mira Murati è una delle figure più influenti nel panorama dell’intelligenza artificiale. Dopo oltre sei anni in OpenAI, dove ha avuto un ruolo centrale nello sviluppo di ChatGPT, Murati ha deciso di intraprendere un nuovo percorso: la fondazione di una propria startup, con una missione chiara e ambiziosa — umanizzare l’IA, renderla accessibile, personalizzabile e comprensibile a tutti.
Una carriera tra Tesla, ChatGPT e ora una startup per umanizzare l’IA
Dopo aver guidato lo sviluppo di uno dei sistemi di IA più noti al mondo, Murati ha fatto notizia anche per aver assunto temporaneamente il ruolo di CEO di OpenAI nel novembre 2023, durante la crisi interna che aveva visto la temporanea estromissione del fondatore Sam Altman. Ma già da mesi prima si parlava di un suo possibile passo verso l’imprenditoria: a settembre 2023 si era infatti dimessa dal ruolo di CTO dell’azienda, dichiarando la volontà di ritagliarsi tempo e spazio per esplorare nuove direzioni. Oggi quella direzione ha un nome preciso: Thinking Machines Lab, una benefit corporation che si propone di coniugare l’innovazione tecnologica con un impatto positivo sulla società.
Un’IA più trasparente e accessibile: la visione etica di Thinking Machines Lab
L’obiettivo della nuova impresa è ambizioso: creare sistemi di intelligenza artificiale avanzati ma anche comprensibili e controllabili dagli utenti, in netta controtendenza rispetto al modello attuale, dove la tecnologia è spesso una “scatola nera” gestita da pochi centri di ricerca. Nel manifesto pubblicato sul sito ufficiale, la startup denuncia il divario crescente tra i progressi dell’IA e la capacità del pubblico di comprenderli o influenzarli. «La conoscenza di come vengono addestrati questi sistemi è concentrata nei principali laboratori di ricerca, limitando sia il dibattito pubblico sia le capacità delle persone di utilizzarli in modo efficace», si legge. In questo contesto, accessibilità diventa la parola chiave: non solo accesso all’uso dell’IA, ma alla sua comprensione e personalizzazione, per renderla davvero uno strumento di crescita individuale e collettiva. Come società Benefit, Thinking Machines Lab si impegna formalmente a perseguire non solo il profitto, ma anche un impatto positivo sulla società. È una scelta che rispecchia una visione precisa: quella di un’intelligenza artificiale progettata con intenzione etica, che possa davvero contribuire a migliorare il modo in cui viviamo, lavoriamo e impariamo. Murati entra così a far parte di un numero crescente di figure della Silicon Valley che, dopo aver contribuito allo sviluppo delle grandi piattaforme tecnologiche, stanno cercando di ribilanciare il rapporto tra tecnologia, persone e potere. In questo scenario, l’approccio di Murati , radicato nell’esperienza tecnica ma aperto al cambiamento culturale, potrebbe rappresentare un nuovo paradigma, dove innovazione e responsabilità non sono in opposizione, ma parti della stessa visione, non solo più potente e, soprattutto, umana.