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Daniela Diletti: innovazione e artigianalità oltre gli stereotipi

Rinnovare il settore delle calzature e allontanarlo dai luoghi comuni: è questa la mission di Daniela Dilettiimprenditrice marchigiana che, nel 2012, ha fondato un’azienda nel ramo calzaturiero, dando nuova vita alla tradizione familiare.

Dal primo negozio a Torino ai temporary store in Italia e all’estero, fino all’e-commercequella che porta avanti Daniela è una rivoluzione sia digitale che culturale, mirata ad abbattere la distanza tra produttori e cliente finale e a superare gli stereotipi legati alla figura femminile. “Quello del design e della produzione di scarpe è un ambiente prettamente maschile. Le scarpe vengono realizzate soprattutto secondo parametri estetici maschili che vedono i piedi delle donne idealizzati e conformistici: da sempre si immagina la figura femminile con piedi minuti e scarpe piccole. Viene, dunque, considerato normale che l’indossare delle calzature, soprattutto per una donna, debba rivelarsi un po’ doloroso, non dando ascolto alle esigenze personali: da cui deriva che i problemi di deformazione del piede nutrono anche una forte derivazione culturale”.

Per portare avanti questa battaglia, Daniela ha da subito posto al centro del suo business il dialogo con le donne e l’attenzione alle loro necessità. “Ho sempre cercato di comprendere da vicino le problematiche femminili e di comunicare attivamente per risolverle. Ecco perché, prima di vendere un paio di scarpe ad una cliente, non domando mai la taglia che indossa, ma la misura del suo piede, oltre ad eventuali problemi o patologie. Utilizzo strumenti digitali e di messaggistica per coinvolgere le mie clienti all’interno del processo produttivo e per fornire un’assistenza dettagliata durante tutte le fasi dell’acquisto, arrivando a conoscere attentamente chi c’è dall’altra parte della chat”.

Una sfida, quella di Daniela, che unisce il desiderio di riportare in auge a livello nazionale l’interesse per i mestieri antichirendendoli attuali attraverso il digitale, e di superare gli stereotipi di genere. “Il business è da sempre considerato materia maschile e credo che i pregiudizi nei confronti delle donne che si occupano o fanno impresa esistano ancora: tuttavia, non li ritengo ostacolanti”, continua. “È fondamentale per una donna riuscire a superare questa prima barriera di diffidenza e non smettere di credere nel proprio progetto”. Un consiglio per iniziare? Sfruttare gli strumenti digitali attuali – dai social al POS mobile come quello di SumUp – per avviare il proprio business ed accettare ogni forma di pagamento in modo semplice e veloce.

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